Sanguineti (Fincantieri): “Per ripartire innovare e diversificare”
ROMA – Due anni in Sud Africa, due in America Latina, e poi dal Canada all’Australia, in giro per il mondo “ogni settimana in un posto diverso”. La vocazione internazionale della carriera di Sabrina Sanguineti, ingegnera che da Ansaldo Ricerche approda in Marconi S.p.A e poi in Fincantieri, dove attualmente riveste il ruolo di responsabile per le relazioni con la Marina Militare italiana della Divisione Navi Militari ed è a capo del Sales and Marketing di Naviris (joint venture paritetica Fincantieri-Naval Group, ndr), è un esempio di affermazione femminile in un settore, quello militare, ancora prevalentemente maschile.
Come pure la facoltà di Ingegneria, dove “quando frequentavo a Genova su 500 iscritti eravamo dieci ragazze e alcune hanno lasciato al primo anno“, racconta all’agenzia di stampa Dire Sanguineti, che rientra in quel 14% di quote femminili (il 7% le dirigenti) in Fincantieri, tra le società della Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (Aiad). “Fin da piccola ho avuto la fortuna di frequentare ambienti con tanti bambini e bambine e non ho mai avuto la percezione che questa differenza creasse un problema- dice- Anche all’università, seppure le ragazze si contassero sulle dita di una mano, non ho mai percepito alcuna discriminazione”.
La passione per le materie scientifiche è il pallino di Sabrina fin da bambina, una “dote innata” che la porta a iscriversi dopo la maturità scientifica a Ingegneria elettronica, “alla mia epoca una novità” e a conseguire post-laurea i master “in ‘Gestione della tecnologia’ a Genova” e “in ‘Marketing’ alla Sda di Bocconi”.
(“Prima di iscrivermi a Ingegneria- racconta- ne parlai con i miei genitori e poi lo comunicai a mia nonna, che aveva sempre avuto l’ambizione di avere un ingegnere in famiglia. Quindi quando glielo dissi pensavo che sarebbe stata contenta. Lei mi rispose: ‘Tu? Tu sei donna, non puoi, tuo padre avrebbe potuto’“.
E invece Sabrina comincia la sua carriera di ingegnera giovanissima e oggi si divide tra Roma e Genova, “la mia base. Prima della pandemia ero sempre in giro per il mondo, ora lavoro molto di più dall’ufficio dove seguo le attività interne della struttura, anche se la maggior parte del tempo la passo vicino al nostro principale cliente che è la Marina Militare- dice- Poi seguo la joint venture, dove stiamo mettendo in piedi tutte le procedure di vendita all’estero”. Ma come si concilia questa fitta agenda di impegni professionali con la vita privata? “Sicuramente è un po’ più complicato rispetto a chi fa un lavoro più ‘sedentario’– risponde- Io non ho figli, quindi questa è una scelta che sicuramente può facilitare, non la carriera in un’azienda ma una tipologia di lavoro come il mio”.
Eppure “quando lavoravo per una società inglese ho incontrato colleghe con due o tre figli che avevano fatto la scelta familiare di lasciare il marito a casa con i bambini perché avevano possibilità di carriera migliori– ricorda- Ma questo credo sia una questione culturale. Sicuramente una donna che è sempre fuori casa nella nostra cultura è quanto meno una mosca bianca“. Il vento sta cambiando, però, e anche in Fincantieri la presenza femminile è in continua crescita. “Quando sono arrivata io nel 2004 eravamo poche, ultimamente c’è stato un incremento molto elevato, anche nelle posizioni apicali”, fa sapere Sanguineti, che fa il punto sulle conseguenze della crisi economica scatenata dall’emergenza.
“Io credo che sia necessario rendere la crisi un momento di opportunità, rafforzando il proprio core business e cercando al contempo di ampliare le proprie competenze”. Una strada intrapresa da tempo in Fincantieri, che dalla sola cantieristica, tra le altre cose, “è ormai approdata da tempo in ambito cyber, nell’elettronica e nel settore delle grandi infrastrutture. Fortunatamente l’azienda ha tenuto bene in questo periodo di emergenza sanitaria- conferma Sanguineti- e anche in ambito cantieristico è molto diversificata. Il settore delle crociere può aver avuto un momento di stasi, per contro nel settore militare stiamo assistendo a una fase di espansione e sia in Italia che all’estero stiamo vivendo un momento positivo”. Anche rispetto alle navi speciali, con “la nostra controllata Vard, dove proprio la transizione ecologica e il fatto di puntare sulla green economy sta portando nuove opportunità. Direi che, da questo punto di vista, il futuro, senza peccare di eccessivo ottimismo, non lo vedo assolutamente negativo”.
Diversificazione del business, quindi, assieme a innovazione, ricerca e investimento sulle risorse umane, sono gli ingredienti della ricetta per il rilancio delle aziende post pandemia di Sanguineti, che scommette su un coinvolgimento maggiore delle donne: “Mi auguro di vederne sempre di più in ambito industriale, a livello apicale, intermedio e anche di maestranze. Se lo facciamo con convinzione e passione è un obiettivo che sicuramente riusciremo ad ottenere presto. Questo è l’augurio che faccio a tutte: di provarci, perché ci si riesce“.
Fonte: Agenzia DiRE, www.dire.it
Pubblicato il 10 maggio 2021, a firma di Annalisa Ramundo